
So che ha generato una certa apprensione in molti passeggeri di aeroplani (tra cui alcune mie amiche globetrotter) la notizia secondo la quale i cani di tutte le taglie, a partire dall’inizio di giugno, avrebbero potuto viaggiare in aereo accanto ai proprietari, e non più isolati in stiva, dove finiscono obbligatoriamente da sempre. Apprensione subito bilanciata -anzi: superata- dalle dichiarazioni pubbliche di qualche faccia nota, come Aurora Ramazzotti, Cecilia Rodriguez e la prevedibile deputata Michela Vittoria Brambilla -paladina dei diritti degli animali- entusiaste della delibera dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile che dà via libera ai cani volanti: finalmente! In realtà, temo che né le une -le mie amiche- né le altre -le animaliste VIP- abbiano letto la delibera ENAC perché, altrimenti, avrebbero capito subito che si tratta di una mezza bufala. O, forse, di una buona intenzione, ma inapplicabile in pratica. Perché se è vero, e io lo penso, che dev’essere un trauma per un animale d’affezione sensibile come sono i cani restare da solo per ore, chiuso in una gabbia in un ambiente ostile e sconosciuto come la pancia di un aereo, è altrettanto vero che non si può immaginare di farlo viaggiare vicino al proprietario. Dove, poi? Sul sedile accanto? Ai piedi dell’umano di riferimento? E se sbava? Se abbaia? Se qualche altro passeggero nei dintorni non gradisce o ne ha paura (perché un conto è avere accanto un Barboncino toy, un altro guardare occhi negli occhi un Doberman sconosciuto)? E per i servizi igienici come si fa? Insomma, troppe domande alle quali sarebbe impossibile dare una risposta, perché gli aerei restano quelli che sono (i sedili delle compagnie di linea nelle classi economiche hanno una larghezza compresa tra i 40 e i 45 centimetri e uno spazio, tra una fila e l’altra, di 76 centimetri) e l’attività di servizio di hostess e steward resta la stessa… Quindi? Quindi la suddetta delibera dice come sarebbe bello, e nobile e civile che tutti i cani potessero viaggiare comodi e coccolati in aereo, ma poi lascia libere le compagnie di fare come credono. Chi applicasse i “suggerimenti in tema di accettazione in cabina passeggeri dei cani di grossa taglia” (quelli che eccedono il limite attuale di 8/10 kg, trasportino incluso) deve accertarsi che i cani viaggino dentro trasportini “spaziosi così da consentire all'animale di stare in piedi, girarsi e sdraiarsi” e che siano “compatibili con le dimensioni della cabina e le necessità di sicurezza”. Insomma, molto rumore per nulla. Si va avanti così… Buon volo.
Meno male, va. Cani -animali in genere- e bambini dovrebbero viaggiare il meno possibile in aereo. Sono scomodi e a disagio. La verità è che, se si hanno questo tipo di legami, bisognerebbe organizzare la propria vita di conseguenza. Invece la maggior parte della gente è egoista e non vuole rinunciare a nulla, né ad avere un cane -o un bambino- né a viaggiare. Ed ecco che arriviamo a queste situazioni, costringendo sia il malcapitato animale -o bambino- a sopportare un viaggio che non lo interessa, lo mette a disagio o, addirittura, lo spaventa, sia tutto il resto del mondo, che deve sorbirsi le esternazioni, gli ululati, i capricci.
Io per prima avrei portato il mio cane ovunque ma, pensando al suo benessere, mi sono sempre organizzata, turni con mio figlio, per farlo stare tranquillamente nel suo ambiente senza stress